La notte sa dare vita a storie e personaggi che il giorno non saprebbe nemmeno immaginare, pertanto solo chi viaggia nelle ore seguenti al crepuscolo conosce i meandri delle stranezze umane. Spesso le ore notturne vengono sfruttate dai trasporti per trovare poco traffico e macinare molti chilometri, tra di essi ci sono per lo più camion e autobus.
Marco è tra quelli che purtroppo non gode di ottima salute finanziaria, il lavoro come commesso in un negozio di vestiario non gli lascia molto a fine mese e così per poter andare ad Andria dalla famiglia per le feste natalizie, si doveva sciroppare le 15 ore di bus della tratta Milano-Bari.
Alle 2.40 del mattino il conducente del mezzo aveva annunciato una sosta per bersi un caffè e prendere una boccata d'aria, Marco non aveva esitato a scendere assieme a tutti quelli che agognavano una sigaretta da quattro ore. Appena messo piede sul piazzale dell'Autogrill i due gradi centigradi si erano subito fatti sentire, per questo aveva subito affrettato il passo per entrare al caldo nel bar dove una decina di persone si era incolonnata nella speranza di riuscire a prendere un caffè caldo che potesse destarli dal torpore nel quale erano crollati: chiunque abbia affrontato un lungo viaggio in bus ha infatti sperimentato quello strano stato di dormiveglia per cui si è perennemente assonnati senza mai riuscire a dormire veramente.
Presa la via delle toilette, davanti a Marco si era piazzato un grosso uomo con un giaccone logoro e un cappellino di lana azzurro che sicuramente non veniva lavato da diversi mesi. Lo strano soggetto continuava a agitare le mani e le braccia in maniera frenetica, quasi fosse percorso da continui brividi, mentre dalla bocca sbiascicava in maniera molto poco chiara <<ma dove cazzo lo hanno messo questo bagno!!>>. Quella figura spaventava e al contempo incuriosiva Marco, la sua stranezza era accentuata infatti dal fatto che ai piedi invece che un paio di scarpe aveva delle ciabatte. Il ragazzo continuava a chiedersi perché mai andare in ciabatte nel bel mezzo di un autogrill in autostrada.
Arrivati finalmente alle toilette Marco si era posizionato nello sgabbiotto water affianco a quello dello strano individuo, una volta conclusa la sua minzione e uscito lo aveva trovato in piedi vicino al lavabo a fissare il soffiatore per asciugarsi le mani. Marco era rimasto impietrito a quella visione, l'uomo era di stazza ancora più robusta visto da davanti e sul volto aveva un'espressione inebetita arricchita da un sorriso sdentato. L'uomo bloccava da solo l'uscita. Vedendosi pertanto in trappola, Marco aveva cercato un canale di comunicazione <<ha bisogno di aiuto? tutto bene?>>. L'uomo aveva alzato lo sguardo su di lui e si era reso ancora più brutto allargando sorriso << guarda>> aveva detto a bassa voce. Alzando il piede destro, non senza qualche difficoltà di equilibrio data la stazza, aveva afferrato la ciabatta color beige. Marco era impietrito, ma invece di chiudersi nello sgabbiotto chiedendo aiuto, aveva istintivamente portato le braccia a copertura del volto. Negli attimi immediatamente seguenti nulla lo aveva colpito, aveva sentito solo uno schiocco metallico e con esso il rombo del soffiatore a tutta velocità. Lentamente aveva riaperto gli occhi, l'uomo aveva fatto due passi per andare a recuperare la ciabatta, ridacchiando baldanzoso per la sua impresa.
Alla vista di questa assurda scena Marco era esploso urlando <<BIBBO!!!>> mentre correndo aveva imboccato l'uscita.
domenica 29 dicembre 2019
domenica 22 dicembre 2019
IL TRENO DELLE VALCHIRIE
Il Lazio non è certo la regione più calda d'Italia in agosto, tuttavia sa far sentire molto bene quell'afa umida che si attacca alla pelle e non va più via, che riempie i polmoni togliendoti quasi il respiro. Angelo e Luigi aspettavano il treno sotto una tettoia rovente da appena dieci minuti quando esso si era palesato finalmente tra i muraglioni in tufo che contornano la stazione di Velletri, il tipico luogo di provincia che sa ancora troppo di campagna per essere veramente considerata città nonostante le diverse migliaia di abitanti che la abitano.
I due amici non avevano quindi esitato a salire sul treno, passando così dal caldo soffocante della stazione all'aria condizionata sparata a tal punto da dare più fastidio che sollievo. Seduti su due sedili uno in fronte all'altro riassaporavano già con malinconia la vacanza che era ormai agli sgoccioli: << comunque figa, non è possibile, eravamo partiti una settimana fa al grido di "a casa dei miei solo caldo, zanzare e noia" e mi hai fatto finire tra drogati e mignotte! Devo smettere di darti retta>> aveva detto Angelo sbuffando con un sorriso mentre i suoi occhi azzurri vagavano sul canneto selvatico che aveva parzialmente invaso i binari della stazione poco più in là. Luigi era scoppiato subito a ridere <<oh io ti giuro che non me l'aspettavo! Vallo a sapere che un vecchio amico di villeggiatura si è lanciato nel mercato della cannabis e la vicina dei miei è diventata una celebrità del mondo a luci rosse locale>>.
Tre giorni prima erano usciti in paese e, come ogni sera, avevano bevuto un Moscow Mule al Bar Frescaccia in una delle piazze velletrane più frequentate dai giovani. Luigi aveva scorto in lontananza Massimo, l'ultima volta che lo aveva visto avevano 14 anni e giocavano a pallone tra i campi, ora invece era diventato un ragazzo molto alto, capelli cortissimi e giubbotto di jeans; di fianco a lui c'era Aurelia, la ragazza non tradiva affatto il nome, aveva infatti delle fattezze tondeggianti e la pelle tendente all'olivastro tipica delle ragazze dell'agro pontino. Per Luigi lei aveva significato il primo bacio della sua vita e pertanto non aveva esitato a sbracciarsi per farsi vedere dalla coppia. <<no! vedi chi ce sta!! ma che fine avevi fatto, saranno tre o quattro estati che nun te becco!>>, Massimo sembrava vivamente sorpreso e contento di vedere il vecchio amico d'infanzia. Erano seguite le dovute presentazioni con Angelo e le susseguenti chiacchere di rito. Nel ricordare i vecchi momenti di gloria Massimo, come tutti i fumatori, aveva stretto quella che era troppo grande e tozza per essere una normale sigaretta, <<toh, essenza di rosmarino immagino!>> aveva scherzato Luigi con un filo di ironia. <<eh che ce voi fa, me dà 'n senso de relax unico! che poi pe' na cannetta che sarà mai, ce so cose molto peggiori! comunque la mia fama è nulla in confronto a quella che ha la nostra adorata Aurelia>> aveva detto facendole l'occhiolino << 'a chiamano a reggina d'à pecorina! te lascio immaginà come se sia guadagnata sto titolo>> aveva concluso sollevando le sopracciglia e strabuzzando gli occhi. Angelo a queste dichiarazioni era rimasto di sasso e aveva scambiato con Luigi un'occhiata perplessa lasciando scivolare l'episodio senza insistervi sopra.
Nel treno era calato un silenzio irreale quando dagli altoparlanti del vagone si era sentito un sinistro gracchiare e subito dopo era partita a tutto volume la Cavalcata delle Valchirie di Wagner. I due amici si erano guardati basiti senza risposte fino a che in modo del tutto imprevisto si trovarono ad urlare all'unisono <<BIBBO!!!!!>>. Dopo pochi secondi la musica si interruppe e il silenzio tornò ma i due amici non si erano capacitati di quanto accaduto rimanendo a fissarsi immobili. Quando entrò il capotreno a chiedere i biglietti come se niente fosse i due chiesero <<ma la musica perché? cioè...perché Wagner?>>. Il capotreno guardò i due sospettoso <<ci sono problemi? guardate che io non ho nulla contro quelli come voi. Non c'è stata nessuna musica!>>. I due amici capirono istantaneamente che c'era qualcosa che non tornava ma preferirono evitare nuove domande, si misero a sedere interrogandosi se fosse stato solo un allucinazione oppure un fatto vero.
sabato 7 dicembre 2019
GOD SAVE THE TAXI
La storia di Bibbo valica le culture e le lingue, lo dimostra uno degli episodi svoltosi nella cittadina lacustre di Sarasia, dove Andrew e il suo gruppo di amici trentenni del Wiltshire avevano deciso di passare una settimana di relax.
Il paesino era piccolo ma piuttosto vitale, i giovani inglesi si erano stupiti di quanti tedeschi e olandesi circolassero da quelle parti, alcuni per vedere quelle zone affrontavano lunghi viaggi in bus di parecchie ore. Le caratteristiche botteghe gastronomiche e alimentari spuntavano in ogni angolo ricolme di prelibatezze di ogni genere, colorate dal giallo delle bottiglie di limoncello e dal rosso delle conserve di pomodoro.In questo tripudio del gusto Andrew e i suoi sodali non si erano certo trattenuti: avevano sperimentato quasi ogni ristorante del paese, fosse esso indicato sulle loro guide turistiche o meno.
Una sera, dopo l'ennesima ottima cena, la voglia di rientrare in albergo latitava, erano solo le 23.00 e in estate a quell'ora la notte sa essere molto giovane, così un locale chiamato Il Buscione aveva attirato la loro attenzione. In particolare li aveva incuriositi il cameriere che stava servendo ai tavoli una coppia di tedeschi mentre pensando di non essere ascoltato diceva <<'sti crucchi conquistano l'Europa e poi non sanno nemmeno scegliere un cazzo di panino>>.
I giovani inglesi si erano seduti a un tavolo speranzosi che cameriere si facesse loro incontro con il blocchetto delle comande ma erano rimasti delusi, a prendere la loro ordinazione ci aveva pensato il padrone del locale, un signore sulla cinquantina con i capelli sale e pepe dal fascino latino. La serata era proseguita fino a notte fonda tra roboanti risate: si sa infatti che gli inglesi sono soliti abbandonarsi a risate sguaiate tali da risultare eccessive persino per gli italiani.
Verso le 02.30 il padrone del locale si era avvicinato al tavolo con un foglietto su cui era riportato il totale dovuto per le consumazioni << sorry, we have to close. That's the check>> aveva detto in un inglese abbastanza stentato. Andrew, cosciente che né lui né i suoi amici fossero in grado di tornare a piedi in albergo, aveva approfittato e prima che questi rientrasse nel locale aveva chiesto <<can you call a taxi please?>> ricevendo in risposta solo un rapido cenno con la testa.
Cinque minuti dopo la serranda era stata abbassata portando con sé un boato che era risuonato per tutte le piccole viuzze circostanti. Il gruppo di amici si era messo ad attendere il taxi richiesto sul sagrato di una chiesa che fiancheggiava la statale, ma dopo quasi mezzora di attesa la macchina bianca con l'insegna luminosa sul tettuccio non era ancora apparsa nemmeno in lontananza. Andrew spinto dalle vivide proteste degli amici era tornato al locale dove dopo aver bussato alla porta di servizio era apparsa una donna sulla cinquantina dai lunghi capelli biondi e la notevole ricrescita << ci sono problemi?>> chiedeva sorpresa. Andrew, sforzandosi di essere lucido aveva replicato <<no….the... taxi..>>, ma era stato bruscamente interrotto dalla signora scocciata << senti vi ho detto che arriva! lo abbiamo chiamato, ora dobbiamo andare via. Buona notte>> stava ancora finendo la frase quando aveva già parzialmente chiuso la porta in faccia all'inglese, il quale si era rassegnato a tornare così dai suoi sodali sperando di vederli già sulla macchina bianca del taxi. Le sue speranze erano però completamente vane, della macchina non vi era traccia e del tassista men che meno, così dopo altri venti minuti di attesa Andrew aveva perso completamente la pazienza e a passo spedito quanto barcollante era ritornato alla porta che gli era stata bruscamente chiusa davanti al naso. A pugno serrato aveva cominciato a battere violentemente sulla porta gridando <<hey bastards, where is this fucking taxi?!!>>. Non erano passati molti secondi che sulla soglia si era palesato lo svogliato cameriere visto a inizio serata, nella mano destra stringeva un coltello da cucina lungo due spanne dalla lama lucida quanto il platino e sul volto c'era un'espressione stanca quanto assente, tuttavia il tono si era rivelato basso ma molto poco dialogante << what the f**k do you want man?!>>.
Andrew senza che il suo cervello avesse nemmeno il tempo di formulare un pensiero aveva urlato <<BIBBO!!!>> correndo via a perdifiato, ma la paura e l'ubriachezza avevano ormai avuto il sopravvento, si era così piegato di fianco a un muro vomitando tutto ciò che aveva bevuto durante quella che, fino a un'ora prima, era stata una splendida serata. La vista si era fatta sempre più scarsa e sfocata fino a piombare in un buio totale nonostante sopra di lui vi fosse un enorme lampione.
lunedì 2 dicembre 2019
LE ORIGINI DI BIBBO
La leggenda narra che vi fosse
uno studente di nome Libero che frequentava l’università ed era
animato da un forte fervore politico, in
particolare si era affiliato al collettivo Pantera, notoriamente tra
i più attivi ed estremi della sinistra universitaria. Era
un ragazzo dalla
corporatura piuttosto imponente, capello lungo castano tendente al
riccio e abbigliamento curiosamente borghese per essere un
sinistroide dei più accesi.
Quel giorno di maggio era
cominciato
male: a Zelo Surrigone, dove viveva, avevano sospeso all’alba
il servizio idrico a
causa di lavori, rendendo così inutilizzabile il wc di casa e di
conseguenza impossibili
le funzioni corporali che mediamente urgono la mattina. Di per sé la
cosa non era
grave, resistere fino all’università non è
cosa impossibile quando il tragitto in treno è di soli venti
minuti. La sfiga è però particolarmente nota per avere una
partnership con le compagnie di trasporto treni, e proprio
uno dei consueti
ritardi mensili da mezzora funestava il treno che doveva portare
Libero
in università, facendo così passare il guasto del wc da piccolo
inconveniente a tremendo disagio. Quando il viaggio del treno era
ormai alle porte di Milano, Libero avvertiva crampi al basso ventre
degni del travaglio di una partoriente.
Come recita Arthur Bloch ne La
legge di Murphy "Se
qualcosa può andar male, lo farà"
pertanto appena entrato nei bagni dell’università Libero
aveva subito notato che tutte le cinque porte dei wc davanti a sé
erano inspiegabilmente serrate. Provando a bussare ad alcune di esse
aveva sentito in un paio di casi una seccatissima voce «occupato!!».
In altri casi c’erano stati dei mugugni, ma per la porta che si
trovava in fondo non c’era stato alcun responso. Era in quella
l’ora più dura per lui,
il suo corpo lo stava per abbandonare dopo tante ore di resistenza
ostinata, ma si
sa che
proprio quando l’essere umano si trova nei momenti di grande
disperazione trova le soluzioni più geniali che spesso sono
anche
le più semplici: le porte si scardinano. In quel momento le sue mani
avevano afferrato la maniglia cercando di tirare il più possibile
verso l’alto, era
riuscito anche a infilare la punta della suola nella fessura
inferiore della porta. Erano serviti quattro potenti trazioni prima
che la porta venisse via con gran parte dello stipite in legno che la
definiva,
ma
proprio
mentre Libero aveva così
eliminato l'ostacolo tra sé e la liberazione corporea un ragazzo
molto alto e longilineo con dei folti capelli castani mossi era
entrato nel bagno e, vedendo la scena, aveva strabuzzato gli occhi
gridando «BIBBO!!!!»
scappando spaventato.
Da
allora un piccolo gruppo di ragazzi diffonde questa mistica
espressione che ha in sé un senso sibaritico e catafratto al
contempo, riuscendo così a risultare adatta per tutte le occasioni
di stupore e gioia quotidiane,
ma senza dimenticare che all’occorrenza può
essere anche usata per momenti di delusione e indignazione.
Perciò
anche tu, caro lettore, sperimentala e scoprirai quanto possa essere
liberatorio un bel "Bibbo!"
detto al momento giusto.
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