La leggenda narra che vi fosse
uno studente di nome Libero che frequentava l’università ed era
animato da un forte fervore politico, in
particolare si era affiliato al collettivo Pantera, notoriamente tra
i più attivi ed estremi della sinistra universitaria. Era
un ragazzo dalla
corporatura piuttosto imponente, capello lungo castano tendente al
riccio e abbigliamento curiosamente borghese per essere un
sinistroide dei più accesi.
Quel giorno di maggio era
cominciato
male: a Zelo Surrigone, dove viveva, avevano sospeso all’alba
il servizio idrico a
causa di lavori, rendendo così inutilizzabile il wc di casa e di
conseguenza impossibili
le funzioni corporali che mediamente urgono la mattina. Di per sé la
cosa non era
grave, resistere fino all’università non è
cosa impossibile quando il tragitto in treno è di soli venti
minuti. La sfiga è però particolarmente nota per avere una
partnership con le compagnie di trasporto treni, e proprio
uno dei consueti
ritardi mensili da mezzora funestava il treno che doveva portare
Libero
in università, facendo così passare il guasto del wc da piccolo
inconveniente a tremendo disagio. Quando il viaggio del treno era
ormai alle porte di Milano, Libero avvertiva crampi al basso ventre
degni del travaglio di una partoriente.
Come recita Arthur Bloch ne La
legge di Murphy "Se
qualcosa può andar male, lo farà"
pertanto appena entrato nei bagni dell’università Libero
aveva subito notato che tutte le cinque porte dei wc davanti a sé
erano inspiegabilmente serrate. Provando a bussare ad alcune di esse
aveva sentito in un paio di casi una seccatissima voce «occupato!!».
In altri casi c’erano stati dei mugugni, ma per la porta che si
trovava in fondo non c’era stato alcun responso. Era in quella
l’ora più dura per lui,
il suo corpo lo stava per abbandonare dopo tante ore di resistenza
ostinata, ma si
sa che
proprio quando l’essere umano si trova nei momenti di grande
disperazione trova le soluzioni più geniali che spesso sono
anche
le più semplici: le porte si scardinano. In quel momento le sue mani
avevano afferrato la maniglia cercando di tirare il più possibile
verso l’alto, era
riuscito anche a infilare la punta della suola nella fessura
inferiore della porta. Erano serviti quattro potenti trazioni prima
che la porta venisse via con gran parte dello stipite in legno che la
definiva,
ma
proprio
mentre Libero aveva così
eliminato l'ostacolo tra sé e la liberazione corporea un ragazzo
molto alto e longilineo con dei folti capelli castani mossi era
entrato nel bagno e, vedendo la scena, aveva strabuzzato gli occhi
gridando «BIBBO!!!!»
scappando spaventato.
Da
allora un piccolo gruppo di ragazzi diffonde questa mistica
espressione che ha in sé un senso sibaritico e catafratto al
contempo, riuscendo così a risultare adatta per tutte le occasioni
di stupore e gioia quotidiane,
ma senza dimenticare che all’occorrenza può
essere anche usata per momenti di delusione e indignazione.
Perciò
anche tu, caro lettore, sperimentala e scoprirai quanto possa essere
liberatorio un bel "Bibbo!"
detto al momento giusto.
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