Sezioni di Bibbo

lunedì 27 gennaio 2020

PERICOLO CAFFE'

I momenti di gruppo, alle superiori, sono forse quelli che rimangono scolpiti indelebili nella mente di ogni persona per tutta la vita. Ilaria era tra gli alunni più bravi della classe quando era stata diffusa la notizia da parte del professore di Educazione Civica: che chi voleva avrebbe potuto partecipare a due giorni di convivenza in una baita di montagna, lei aveva storto un poco il naso sul momento, sapeva che quel tipo di situazioni preludevano solo a notti insonni, alcool e canne a profusione.
Si era tuttavia lasciata convincere dalla compagna di classe Maria, che tra tutte le ragazze della classe era quella che più di tutti sembrava capirla. La settimana seguente, di giovedì, finita la lezione delle 14, sarebbero tutti partiti per il piccolo paesino di Cavazzone, dove si trovava la baita che li avrebbe ospitati per le quarantott'ore seguenti.
Appena arrivata la combriccola di ragazzi sembrava essere estremamente a suo agio con gli ambienti della casa: la cucina in particolare, dove avevano già sistemato gli alcolici e i viveri. Alcuni già cominciavano a ipotizzare il menù della cena, che sarebbe stata servita tre ore dopo su un grande tavolo di granito situato all'ingresso della baita. L'atmosfera era particolarmente rilassata e anche quei piccoli livori adolescenziali che serpeggiavano tra i banchi tutti i giorni, sembravano magicamente dissolti.
La cena si era protratta per più di due ore e mezza tra una chiacchiera e l'altra, così dopo che anche un pandoro sopravvissuto al natale era stato consumato, Ivo aveva rotto gli indugi << raga, ma il caffè?>> aveva detto piuttosto provato dai molti bicchieri di vino bevuti. Ilaria aveva deciso di prendere la palla al balzo per sentirsi utile, dato che non era riuscita a farsi spazio durante la preparazione della cena. <<quanti ne devo fare?>> aveva esordito preparandosi a contare le mani alzate. Una volta in cucina aveva cominciato a riempire la moka più grande che c'era, quella da 12 tazze, ma come al solito Manuel, il suo spasimante di sempre, l'aveva seguita per qualche momento intimo in cucina. Era il tipico studente disinibito, svogliato e provocatore che non perdeva mai occasione per mettere in imbarazzo la povera Ilaria, che però non disdegnava le sue attenzioni. Non appena questi cominciò a baciarle il collo, Ilaria smise di porre troppa attenzione alla caffettiera, riuscendo lo stesso a metterla sul fuoco e accendere il fornello. Nei momenti seguenti Manuel non esitò a prenderla di peso cominciando a spogliarla lentamente, totalmente disinteressato dalla presenza dei compagni nell'altra stanza.
Poco prima che il reggiseno le venisse slacciato, Ilaria sentì un fischio acuto e poi uno scoppio fortissimo: la caffettiera era esplosa, sui muri c'erano buchi e tracce di caffè bruciacchiato. La caldaia del caffè si era addirittura conficcata nell'intonaco tanto era stato forte lo scoppio sul fornello. 
In quel momento Clara entrò nel locale richiamata dall'esplosione e vedendo i due amanti mezzi svestiti assieme ai resti della moka scoppiò a ridere urlando <<BIBBO!!>> .
Tutt'oggi l'insegnante Biralli, a pochi anni dalla pensione e dopo molti cicli di studenti,si chiede che ci faccia quel buco nella cucina della sua casa vacanze. 



domenica 19 gennaio 2020

L'AMERICANO VOLANTE

Franca aveva conosciuto molto giovane la guerra e l'occupazione nazista che ne era scaturita del Lazio, riuscire a procurarsi da mangiare in quegli anni era assai arduo e quella mattina i pochi spiccioli che le aveva dato il padre Guido erano bastati a malapena per comprare un chilo di albicocche, esse sarebbero dovute bastare per sfamare le quattro bocche della famiglia per tutte le 24 ore seguenti.
Aveva sistemato il sacchetto con i frutti sul portapacchi della Graziella, mentre il cigolio della catena scandiva le pedalate che la avvicinavano al rientro a casa, quando poco fuori dal caseggiato di Cisterna, piccolo paese della campagna laziale, aveva visto un checkpoint di tre soldati tedeschi in lontananza, due dei quali si stavano apprestando a partire e discutevano animatamente con il soldato appostato alla mitragliatrice di guardia. Arrivata a pochi metri i due si erano dileguati su una camionetta e il reduce, scorgendola, aveva subito caricato l'arma intimandole <<alt!!>> . Era un ragazzo di appena diciott'anni, palesemente insicuro e impacciato che negli occhi svelava il tremendo timore per una guerra che non voleva sicuramente combattere, ma che era costretto a subire.
Franca non era certo nuova a quelle scocciature e aveva immediatamente arrestato la pedalata e, scesa dal sellino, aveva mostrato il sacchetto di carta con dentro i frutti presi poco prima al mercato. Mentre però stava attendendo il cenno del soldato per passare o quantomeno perché si avvicinasse, un ronzio dietro le sue spalle cominciò a farsi sempre più vivido. Il soldato aveva cominciato a guardarsi nervosamente attorno, dimostrando così ancora di più di essere impreparato allo scenario nel quale era stato abbandonato, la ragazza invece ben sapeva cosa fosse quel ronzio, lo aveva sentito spesso nell'ultimo anno di vita e non preannunciava nulla di buono. Appena vide che il soldato si agitava e sembrava aver perso il controllo, cominciò a correre lungo la strada oltre il checkpoint a perdifiato stringendo a sé le albicocche mentre il ronzio si faceva sempre più potente e vicino. Solo a quel punto sentì dietro di sé qualcuno che correva ad un passo molto più pesante del suo mentre un rumore di scoppi e clangore inseguiva la loro corsa, Franca di colpo si lanciò di lato dietro un pioppo colpendone le fronde e ruzzolando per lo sbilanciamento.
Quando riaprì gli occhi, ancora stesa al suolo, urlò <<BIBBO!!!>> vedendo il volto del giovane soldato schiacciato contro la strada, con gli occhi sbarrati e il corpo crivellato di pallottole ancora fumanti. Il ragazzo tedesco, esangue in mezzo alla strada, non aveva avuto la stessa prontezza di scartare la sventagliata di mitra proveniente dal Bell P-39 che durante il volo di ricognizione aveva individuato il posto di blocco tedesco.

domenica 12 gennaio 2020

DOPPIA COPPIA

Ivo era il tipico uomo che non si accontenta mai di ciò che ha, ogni volta che stava con una donna finiva con il desiderarne un'altra e così via a quella successiva. Molti amici avevano cercato di farlo desistere da questo suo animo donnaiolo, tra questi Luigi che una sera, davanti a un narghilè fumante, gli aveva confessato <<guarda che prima o poi ti beccano, non puoi fare così. Le donne sono sempre un passo avanti a noi! a questa cosa ti ci devi rassegnare!>>. Ivo però aveva come sempre fatto spallucce mentre aspirava il fumo denso al profumo di menta e lime. 
Come però si sa, tutti i nodi vengono al pettine, avere amante e fidanzata in due scuole che distano meno di tre chilometri l'una dall'altra diventa un problema: quel giorno Ivo era come sempre uscito mano nella mano con Beatrice dirigendosi verso la fermata dell'autobus. Lì aspettava anche Luigi, che aveva però notato in lontananza Tania, l'amante dell'amico in quel periodo, passare esattamente in quel momento dalla fermata. Immediatamente aveva cercato di avvisare telefonicamente Ivo, che ovviamente, aveva il telefono impostato in modalità non disturbare. Conscio del possibile disastro Luigi era corso incontro a Tania <<ciao Ta, come va? hai perso anche tu il bus?>> aveva esordito cercando di mantenere un atteggiamento disinvolto, ma si sa che le donne hanno un intuito superiore e di conseguenza il volto della ragazza si era subito stranito <<quanta fretta Luigi, passavo solo di qua perché devo portare delle cose a mia madre in negozio, è quello lì dietro la rotonda>> aveva detto indicando. Esattamente in quel momento, il fato punitore dei fedifraghi, aveva fatto si che sbucassero Ivo e Beatrice mano nella mano, gli occhi di Tania avevano subito scorto la coppia. << BIBBO!>> aveva esclamato Luigi mentre si portava le mani al volto, non aveva mai visto nessuna donna scattare con tanta ferocia e velocità verso un obbiettivo e aveva intuito subito che era ormai troppo tardi per poter salvare l'amico; tanto valeva godersi la scena "dagli spalti". 
Seguirono minuti interminabili di urla prima della sola Tania, poi di Beatrice, che infine culminarono in schiaffi e botte, non tra le due tradite, ma solamente contro il giovane traditore. 
Due ore più tardi i due amici erano a casa di Ivo che aveva cinque dita rosse stampate su entrambe le guance, gli stinchi doloranti e i testicoli indolenziti. <<ma perché non ti sei difeso? capisco tutto ma ti hanno gonfiato come un materassino da spiaggia!!>> aveva detto Luigi porgendogli un sacchetto di pisellini surgelati da mettere sulla zona inguinale. <<nah...non ce la faccio proprio a toccare una donna con indole violenta! vorrà dire che ho un'ottima scusa per stare a casa da scuola!>> aveva detto Ivo buttandola sul ridere come suo solito, nella mano destra però aveva il telefono operativo aperto su una chat con una certa Michela. 

domenica 5 gennaio 2020

IPOSSIA DI CAPODANNO

Molti pensano che le case e le baite di montagna siano solo luoghi ameni, abitati da ottantenni che vi si ritirano per gli anni della pensione, nulla di più falso. Accade spesso che molte di queste abitazioni siano molto richieste da combriccole di ventenni per potervi passare l'ultimo giorno dell'anno in totale libertà. Quando Vincenzo propose a Luigi di passare l'ultimo dell'anno con la sua compagnia, questi esitò prima di accettare: sapeva infatti che quella compagnia era frequentata da alcuni dei più grandi bevitori che tutta la provincia nord-orientale del Piemonte avesse mai conosciuto, tuttavia per Luigi non vi erano grandi alternative, o quello, o la notte di san Silvestro l'avrebbe passata a casa con i suoi genitori che litigavano in continuazione. 
Fu così che accettò, avrebbe passato un paio di giorni in una baita nel pieno di una valle a due passi dal confine svizzero. Quando due giorni dopo parcheggiò la sua Fiat Punto nera in un parcheggio sterrato a mezzora di cammino dalla meta, lo aspettavano Vincenzo e gli altri che, dopo la camminata in mezzo al bosco, arrivati all'ingresso della baita cominciarono subito a trafficare con la legna per il fuoco. Luigi intuì immediatamente che era molta più di quanta ne sarebbe servita per una casa di quelle dimensioni, ma pensò che da quelle parti potesse fare veramente molto freddo la notte. 
Un ragazzo in particolare, Alfredo, era particolarmente eccitato dall'idea di essere lì <<oh cazzo, stai attento allo zaino con gli alcolici, senza quelli bestemmio fino all'anno prossimo chiaro?>> aveva detto a un congiunto della combriccola. 
Erano passate alcune ore dall'arrivo, molti avevano cominciato a sistemare tutto il contenuto degli zaini, altri a preparare il mangiare e altri, inevitabilmente, avevano stappato già le prime birre che durante la cena a base di pasta mal condita avevano incrementato una lunga fila di bottiglie vuote nella cucina. Verso le 22.30 la situazione era già piuttosto compromessa: Vincenzo dopo tre bicchieri di Negroni Sbagliato aveva afferrato una sedia in legno al grido <<io brucio tutto!!!brucio pure la carriola!!!>> scagliando poco dopo una sedia intera di legno nel camino, mandando lapilli incandescenti e fumo per tutta la sala assieme al conseguente rischio di un incendio che solo il caso volle evitare. Il rischio sembrava però essere il suo mestiere, pochi minuti dopo si denudò completamente e utilizzando una pinza da camino vi aveva stretto il proprio pene urlando <<daaaahh!! come lo volete? ve lo faccio al forno o alla griglia con un poco di sale?>>
Poco dopo la mezzanotte, che non era stata festeggiata per l'alto tasso alcolico che aveva fatto perdere completamente la cognizione dell'evento a tutti, Luigi cominciò a sentire l'aria molto pesante, quasi irrespirabile, ma senza capire se ciò fosse dovuto all'alcol. Di tutta risposta cominciò a spogliarsi  dopo essersi reso conto di essere madido di sudore, ma alzati gli occhi, vide Vincenzo davanti al camino che buttava l'ennesimo ciocco di una grossa catasta luminescente, mentre affianco a lui stava un ragazzo biondo completamente sdraiato per terra che teneva le labbra come se vi stringesse una cannuccia e inspirava facendo uno strano sibilo. Immediatamente Luigi si rese conto di non riuscire più a stare in piedi e si buttò anche lui sul pavimento, sentendone immediatamente sollievo sia per il fresco del pavimento, sia per la respirazione che era diventata immediatamente più semplice. Attorno a lui vide tutti gli altri mezzi addormentati, solo due ragazzi si ostinavano a pomiciare senza sentire il caldo e l'aria irrespirabile. Trascinatosi alla porta riuscì ad aprirla e immediatamente fu travolto dall'aria gelida della notte cominciando a tremare già dopo pochi minuti. Si accorse però che tutti gli alberi attorno alla baita erano avvolti da un tenue bagliore che proveniva dalla casa, alzati gli occhi si rese conto, capì il perché di quel caldo: dal comignolo uscivano le fiamme, tanto era alimentato il camino. Sgranati gli occhi urlò <<BIBBO!!>> cominciando a correre attraverso il sentiero, ma dimenticandosi di esser in maglietta a maniche corte nel pieno di una vallata.